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Il mal di schiena del cavallo, cause e soluzioni con la chiropratica_Parte 1

30, Ott, 2023 | Salute del cavallo

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Il mal di schiena nel cavallo

Colonna toraco-lombare

Spesso capita che il proprio cavallo mostri reazioni di disagio o difesa quando si tocca o pulisce la schiena, oppure reagisca durante il sellaggio o abbia difficoltà nella riunione. Prima di prendere in considerazioni problemi comportamentali o di addestramento, occorre sempre escludere che il cavallo non provi dolore; in questo caso un grosso aiuto è rappresentato dalla chiropratica, sia per quanto riguarda la diagnosi che la cura del mal di schiena del cavallo.

Il cavallo come gran parte dei nostri animali può manifestare il dolore in diversi modi ed è nostro compito accertarsi che sia in un buono stato di salute e benessere, soprattutto quando ci apprestiamo a praticare insieme un’attività fisica. Non è sempre facile individuare la presenza di dolore, per questo è utile richiedere una visita chiropratica rivolgendosi ad un veterinario esperto in questa disciplina. È altresì importante per qualsiasi proprietario di cavalli o istruttore di equitazione conoscere gli atteggiamenti antalgici e le espressioni facciali del dolore. Un recente studio ha elaborato la cosiddetta horse grimace scale ovvero un metodo per individuare le espressioni facciali del cavallo che percepisce dolore. In questo studio si sono prese in considerazione la posizione e i movimenti di orecchie e labbra, la tensione dei muscoli masticatori e della zona intorno agli occhi. Oltre a imparare a conoscere tali espressioni, è utile osservare e conoscere le diverse posture antalgiche. Al di là degli appiombi naturali del cavallo e della sua conformazione, occorre far particolare attenzione a variazioni del suo assetto, ad esempio se ha allargato o ristretto la base di appoggio, se tiene anteriori o posteriori sotto o fuori di sé anziché perpendicolari al tronco ecc, oltre ad individuare asimmetrie muscolari o del profilo del bacino, o se mostra tendenza a cambiare costantemente il peso da un arto ad un altro. Questi rappresentano dei potenziali campanelli di allarme che richiedono una valutazione attenta da parte di uno specialista, soprattutto dopo che il proprio veterinario di fiducia ha escluso traumi o lesioni muscoloscheletriche. Infine, in alcuni casi, non sono presenti segnali evidenti ma l’unico aspetto presente è un calo nel livello di prestazioni.

Il mal di schiena del cavallo può essere causa o effetto di una patologia dell’apparato muscoloscheletrico. Vediamo insieme a quali patologie della colonna vertebrale è associato.

Lesioni traumatiche della colonna o del bacino associate a fratture

Fratture dei processi spinosi delle vertebre del garrese.

Il mal di schiena nel cavallo

Frattura dei processi spinosi

Sono quasi sempre conseguenti ad un’impennata con scivolata all’indietro del cavallo che cade sbattendo il garrese sul terreno. Questa patologia è accompagnata da estremo dolore manifestato dal cavallo con grande riluttanza a muoversi su tutti e 4 gli arti, tendenza all’iperestensione del collo, deviazione della linea dorsale della colonna se osservata da dietro. In questi casi la diagnosi è radiografica e la terapia è conservativa (in caso non ci sia ovviamente il distacco di frammenti ossei), con assoluto riposo per 4 settimane, terapia farmacologica del dolore e posizionamento del cibo in alto per l’incapacità del cavallo di abbassare la testa. Una volta consolidata la frattura è possibile sottoporre il cavallo a visita chiropratica per manipolare il resto della colonna a mantenere una buona mobilità nonostante il nuovo asse conseguente al consolidamento dei processi spinosi fratturati.

Frattura delle faccette articolari delle vertebre del tratto toracico e lombare.

In questi casi il cavallo mostra spasmi muscolari localizzati con riluttanza alla flessione e dolore alla palpazione, a volte è possibile osservare scoliosi. La diagnosi è possibile attraverso la scintigrafia che individua il sito in cui effettuare uno studio radiografico focalizzato oppure ecografico. Anche in questi l’approccio conservativo è il più indicato con intervento chiropratico a consolidamento delle fratture ultimato.

Fratture del corpo e delle lamine delle vertebre toraciche e lombari.

In questo caso la sintomatologia può essere anche di tipo neurologico per via della compressione sul midollo spinale. Questo tipo di fratture hanno la prognosi peggiore proprio per il coinvolgimento del sistema nervoso e spesso si tratta di fratture fatali.

Fratture del bacino

  • Frattura della spina iliaca ventro-craniale o tuber coxae (punta dell’anca).
Il mal di schiena nel cavallo

Esame ecografico di una frattura pelvica

In genere è l’esito di un trauma per il passaggio attraverso una porta o varco stretti oppure l’urto contro un ostacolo. In genere la parte interessata è più bassa rispetto alla controlaterale ed è evidente la zoppia. Possono essere presenti crepitii e gonfiori alla palpazione dell’area che risulta dolorosa per il cavallo. La diagnosi può essere confermata con un’ecografia. Come già visto per gli altri tipi di fratture occorre che il cavallo attraversi un periodo di riposo assoluto per dar tempo alla frattura di consolidarsi e in questo caso può essere utile confinare il cavallo in posta per impedire che durante le prime settimane non si rotoli. Successivamente sarà possibile effettuare dei trattamenti chiropratici per ripristinare una postura corretta della colonna dopo l’instaurarsi di posture compensatorie derivanti dallo scarico dell’arto. La prognosi in molti casi è buona e che il cavallo può tornare a fare attività fisica compatibilmente con la presenza o meno di alterazioni della falcata.

Il mal di schiena nel cavallo

Frattura del bacino

  • Frattura dell’ala dell’ileo

Nei cavalli da corsa non sono rare le fratture da stress dell’ala dell’ileo a volte associate a fratture multiple del bacino, ma possono essere conseguenti anche ad una caduta dall’alto. Se la frattura è completa si potrà osservare una presentazione simile a quella descritta per la frattura della punta dell’anca, associata a spasmo della muscolatura glutea, zoppia e crepitio alla palpazione. Il rischio più grande in questi casi è la lacerazione dell’arteria iliaca interna o infezioni conseguenti a danni causati dai frammenti ossei o laminite nell’arto controlaterale. In assenza di complicazioni la prognosi in caso di fratture estese è comunque riservata.

  • Fratture dell’ischio o della tuberosità ischiatica

Tali fratture possono risultare da una caduta all’indietro o sul posteriore. Se sono presenti frammenti ossei vi è il rischio di lacerazione di alcuni grossi vasi con conseguente emorragia interna. Nella maggior parte dei casi tuttavia la frattura del solo ischio è composta e la sintomatologia può non essere del tutto evidente ma caratterizzata da dolore alla palpazione e riduzione della fase craniale del passo. La diagnosi ecografica è assai difficoltosa in questi casi. La prognosi è buona in assenza di complicanze e anche in questo caso il trattamento chiropratico è consigliato per migliorare la mobilità delle altre articolazioni del bacino e aiutare il recupero di una buona postura.

  • Fratture e dislocazioni dell’articolazione coxofemorale

Esse possono essere conseguenti a cadute o scivolamenti su superfici dure. Il cavallo presenta zoppia con scarico del peso dell’arto interessato che appare più corto se la dislocazione della testa del femore è, come spesso accade, dorso-craniale, la grassella ruotata esternamente. A volte può presentare anche fissazione della rotula per l’alterata posizione del femore e contrazione del quadricipite. Sebbene sia possibile ridurre la dislocazione coxofemorale, è possibile la recidiva e l’instaurarsi nel tempo di una grave osteoartrosi. La prognosi non è perciò favorevole.

  • Frattura delle vertebre coccigee (della coda)

In seguito a caduta con atterraggio sul posteriore, ad esempio dopo un’impennata, è possibile che il cavallo si fratturi una o più vertebre della coda, in genere le prime. La coda può apparire flaccida e la base estremamente dolente alla palpazione. Nel giro di 2 o 4 settimane la coda dovrebbe riprendere la propria funzionalità a meno che non ci siano stati danni alle fibre nervose se ad esempio sono presenti anche fratture delle ossa sacrali. Anche dopo la guarigione la coda potrebbe mantenere un’angolazione alterata e per questo motivo l’intervento chiropratico è indicato per migliorare la mobilità della colonna non primariamente interessata dalla frattura la cui biomeccanica sarà alterata a causa del trauma.

Overriding Dorsal Spinous Process (ORDSP) o Kissing Spine

Il mal di schiena nel cavallo

Kissing Spine, preparato anatomico

Questa patologia è una delle principali cause di mal di schiena del cavallo. Ogni vertebra è dotata di un processo spinoso dorsale su cui si attaccano muscoli e legamenti. Tra un processo spinoso vertebrale e l’altro esiste uno spazio che normalmente varia da 5 a 7 mm. Questo spazio nei cavalli affetti da Kissing Spine viene a ridursi finché i processi spinosi di due vertebre adiacenti arrivano a toccarsi (da qui il termine “kisssing”, che si baciano). Nei casi più gravi arrivano addirittura a sovrapporsi con progressiva fusione e formazione di una falsa articolazione cartilaginea. Se da una parte questa patologia rappresenta una delle più frequenti cause di mal di schiena nel cavallo, dall’altra parte può essere individuata in cavalli sportivi asintomatici. IN alcuni studi effettuati post mortem la sua incidenza tra l’86 e il 92 %. Si ritiene che razza più colpita è il Purosangue (probabilmente per la forma “a becco” della punta dei processi spinosi) e la maggior incidenza sia tra i cavalli da salto e dressage. Un altro fattore predisponente è una schiena particolarmente corta. Sebbene il peso della sella o un’instabilità vertebrale tra la 13° e 18° vertebra toracica (T13-T18) per alcuni possano favorire l’insorgenza di questa patologia, essa è stata riscontrata anche in soggetti da corsa o mai montati. Da un punto di vista clinico i cavalli con ORDSP mostrano i classici sintomi del mal di schiena descritti nel primo paragrafo. Osservando la loro schiena può essere presente atrofia dei muscoli lunghi del dorso (longissimus dorsi). Alla mobilizzazione in dorso-flessione delle vertebre il cavallo reagirà anche abbassandosi notevolmente per sfuggire al dolore. La diagnosi può essere fatta mediante esame radiografico, ecografico e scintigrafico. L’individuazione radiografica della patologia non deve essere tuttavia presa in considerazione come l’unica causa di mal di schiena in un cavallo poiché potrebbero esserci altre cause. Con la scintigrafia sarà possibile individuare il deposito del farmaco radioattivo nei siti di rimaneggiamento osseo. All’esame ecografico è infine possibile misurare gli spazi tra un processo spinoso e l’altro e individuare alterazioni della superficie ossea, oltre che atrofia della muscolatura epiassiale (cioè sopra alla colonna vertebrale). Un ulteriore ausilio nella diagnosi è offerto dall’anestesia locale andando a iniettare negli spazi piccoli volumi di anestetico per poi rivalutare il cavallo e verificare se il dolore si è ridotto o meno.  Il trattamento di questa patologia può essere conservativo o chirurgico. Nel primo caso, oltre all’utilizzo di farmaci antidolorifici e antinfiammatori per bocca o mediante infiltrazioni locali o paravertebrali (vedi anche mesoterapia), è possibile istituire un programma di riabilitazione volto ad elasticizzare e rinforzare la muscolatura del tronco di sostegno alla colonna (il cosiddetto “core” in inglese), e agevolare la dorso-flessione/allungamento della colonna in modo da ampliare gli spazi intervertebrali.  Anche in questo caso la chiropratica rappresenta un ottimo aiuto soprattutto per andare a migliorare la biomeccanica della colonna e dare sollievo dal dolore. Per meglio controllare il dolore e rallentare il processo degenerativo delle strutture vertebrali è utile anche associare terapie strumentali come onde d’urto e laser o ricorrere a trattamenti agopunturali. Qualora la terapia conservativa non fosse sufficiente a risolvere il mal di schiena è possibile prendere in considerazione quella chirurgica. Essa si basa sulla rimozione della sommità dei processi spinosi con resezione del legamento interspinoso.

Alterazioni anatomiche

Lordosi

Il mal di schiena nel cavallo

Lordosi

La lordosi può essere causa di mal di schiena nel cavallo e consiste in un insellamento del tratto toraco-lombare. In tutti i cavalli è presente una discesa del profilo dopo il garrese ma l’andamento è comunque orizzontale e tende a risalire verso la groppa. Nei cavalli affetti da lordosi invece questo avvallamento è esagerato tanto da generare una vera e propria concavità. Questa condizione può essere già presente alla nascita (primaria o congenita) o essere acquisita in età senile per un cedimento della muscolatura ipoassiale della colonna (i muscoli che stanno al di sotto delle vertebre) e degli addominali in particolar modo o per condizioni metaboliche particolari come il morbo di Cushing. Nei casi di lordosi primaria non è possibile “raddrizzare” la colonna poiché si tratta di una malformazione congenita, ma si può gestire il dolore e soprattutto migliorare la biomeccanica impedendo che alcuni tratti diventino ipomobili mediante il trattamento chiropratico. Per quanto riguarda i cavalli anziani affetti da lordosi è possibile migliorare questa condizione agendo sui fattori predisponenti come il morbo di Cushing e migliorando il tono della muscolatura iposassiale e addominale con esercizi specifici.

Cifosi e Scoliosi

La cifosi è l’opposto della lordosi, ovvero una convessità toraco-lombare, e può essere causa o conseguenza del mal di schiena del cavallo. Può essere causa quando è primaria o congenita e quindi associata anche ad altre malformazioni vertebrali come la scoliosi (deviazioni laterali della colonna). Può essere infine secondaria a dolore e quindi rappresentare un atteggiamento antalgico del cavallo (che lo assume per contrastare il dolore) in seguito a fratture o traumi vertebrali o zoppie soprattutto bilaterali (ad esempio in corso di laminite). Nei casi congeniti la gestione è analoga a quelli primari di lordosi, in quelli acquisiti occorrerà gestire le patologie associate.

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Non perderti la Parte 2 relativa alle altre patologie degenerative causa di mal di schiena nel cavallo!

Bibliografia: Henson, “Equine Back Pathology: Diagnosis and Treatment”