Ogni proprietario a spasso con il proprio cane desidera camminare in sicurezza e tranquillità ma spesso prova estrema frustrazione nella scelta del giusto equipaggiamento. A volte non è semplice districarsi tra le innumerevoli tipologie presenti sul mercato e i consigli di allevatore, educatore, veterinario, toelettatore ecc. Tanti prodotti aumentano le possibilità di scelta ma aumentano i dubbi su quali possano essere i migliori per il nostro cane. In questo articolo io (Dr.ssa Ilaria Arena, medico veterinario certificato in chiropratica degli animali) ed Elena Stampa (educatrice cinofila; http://www.listentoyourdog.it) cercheremo di dare dei riferimenti affinché ogni proprietario possa scegliere strumenti così importanti come collare, pettorina e guinzaglio con maggior preparazione e consapevolezza.
I rischi o i benefici per la salute canina associati a guinzagli, collari e pettorine derivano da numerosi fattori: modello, materiale, correttezza della misura e del posizionamento, conformazione del cane, il livello e tipo di attività effettuata e appropriatezza del loro utilizzo.
Per poter capire l’influenza che collari e pettorine possono esercitare sulla salute del cane, vediamo insieme quali strutture anatomiche sono coinvolte.
Il collo, allungato e appiattito da un lato all’altro, forma insieme alla testa il “bilanciere cervico-cefalico” e per questo svolge un ruolo importante durante la locomozione aiutando il mantenimento dell’equilibrio e la coordinazione, soprattutto alle andature veloci.
Molti pensano che il collo del cane sia anatomicamente differente da quello dell’uomo, che in un certo senso sia più forte e sviluppato e spesso questa convinzione è stata utilizzata come giustificazione ad un uso improprio e aggressivo del collare. In realtà questo non è vero, in quanto presenta le stesse strutture anatomiche di quello umano. Le uniche differenze sono che il pelo nel cane è ampiamente sviluppato ed avendo egli una postura quadrupedale la testa si proietta al di fuori della sua base; di conseguenza il collo per sorreggerla affronta la forza di gravità in modo diverso rispetto a quanto non accada per il tratto cervicale umano in cui il capo si inserisce su di un asse perpendicolare al terreno. I muscoli del collo canino permettono quindi di mantenere il capo in equilibrio e di spostarlo per favorire la percezione dell’ambiente esterno attraverso importanti organi di senso quali occhi, orecchie e naso. Inoltre nel cane è assente la clavicola e gli arti anteriori sono attaccati al tronco da fasci muscolari e tendini posti tra scapola e colonna vertebrale. Questi fasci muscolari fanno parte della muscolatura del collo che è quindi coinvolto nella biomeccanica degli arti anteriori.
Quando siete a spasso con il cane vi sarà capitato di incontrare altri cani con un’incredibile varietà di equipaggiamenti: alcuni aiutano a gestire i cani che tirano troppo, altri tutelano il comfort del cane o lo aiutano in caso di problemi di deambulazione in età geriatrica, altri ancora sono esteticamente accattivanti.
Nella scelta dell’equipaggiamento per la passeggiata è fondamentale tenerne a mente lo scopo. Gli strumenti che andremo a scegliere, infatti, serviranno principalmente per non fare allontanare troppo il cane, per trattenerlo nel caso ce ne fosse bisogno… insomma uno strumento che ci consenta di vivere la passeggiata in sicurezza e rilassatezza!
Uno dei parametri per la scelta dello strumento di contenimento del cane è la facilità con cui lo si fa indossare al cane. L’ideale sarebbe che il cane venisse manipolato il meno possibile durante la vestizione, in modo che questo gesto quotidiano diventi facile e poco stressante sia per lui che per il proprietario. Molti cani, infatti, adorano essere accarezzati ma patiscono l’essere manipolati. Inoltre ci sono cani con patologie che potrebbero provare dolore nel compiere certi movimenti e cani timorosi per il cui il contatto non è affatto piacevole. Per questi motivi si consiglia di scegliere una pettorina che non sia troppo complicata da far indossare al cane, magari un modello che gli consenta di partecipare alla vestizione compiendo semplici movimenti oppure di restare fermo.
Un’ altro aspetto importante è il materiale della pettorina o del collare che deve essere morbido e lavabile; la pulizia deve essere curata con periodica attenzione in modo da evitare irritazioni cutanee.
La misura e la vestibilità dovrebbero essere ciclicamente controllate nel cane in accrescimento o al variare di peso del cane. Deve inoltre essere facile da far indossare anche al cane più schivo che andrà comunque abituato ad essa.
Se la pettorina non veste bene per misura o per conformazione della stessa e il cane tira molto aumenta il rischio di trauma toracico in quanto può aumentare pericolosamente le pressioni se troppo stretta oppure andare ad agire in punti delicati se troppo larga perché soggetta a continui scivolamenti. Essa non deve quindi interferire coi movimenti della spalla e effettuare pressioni eccessive nella parte bassa del collo e quindi comprimere la trachea. Recentemente infatti è stato studiata l’influenza di alcuni tipi di pettorina sulla mobilità della spalla (<<Effects of restrictive and non-restrictive harnesses on shoulder extension in dogs at walk and trot>> Lafuente et al. 2014). Ne è emerso che la limitazione apportata all’estensione della spalla era di diversi gradi.
La pettorina deve essere stabile e simmetrica, e tra il cane e la fascetta dovrebbero passare due dita; una volta tolta il pelo su cui si poggiava non deve essere schiacciato o cadere o essere presenti abrasioni o segni di confricazione. La fettuccia dovrebbe essere abbastanza larga da poter distribuire la pressione su una superficie più ampia e la lunghezza deve poter essere regolabile soprattutto nella parte toracica. Si ricorda inoltre la necessità di utilizzarla solo in occasione della passeggiata togliendola durante il riposo o quando il cane è da solo.
Nel caso del cane che tira al guinzaglio la scelta dell’attrezzatura deve essere attenta. L’intenzione però non deve essere quella di trovare uno strumento che scoraggi il cane infliggendogli dolore o fastidio ogni volta che tira al guinzaglio, ma di creare la condizione ideale perché non tiri. Scegliendo un guinzaglio sufficientemente lungo abbinato ad una pettorina che ne consenta libertà di movimento e allo stesso tempo ci permetta di trattenerlo senza provocargli dolore o fastidio, si potrà poi insegnare al cane a camminare insieme al proprietario utilizzando comprensione, una corretta comunicazione e il rinforzo positivo. L’aggancio posteriore o comunque non inserito in avanti è da preferire nelle razze brachichefaliche (es. bouledogue francese, bulldog inglese, carlino ecc.) o piccole/toy predisposte al collasso tracheale (patologia che porta alla degenerazione degli anelli tracheali con infiammazione cronica della muscosa e riduzione del calibro interno).
Se l’imbragatura è fonte di dolore quando il cane tira al guinzaglio in risposta ad uno stimolo, sia ritenuto positivo o avverso, è molto probabile che lo associ ad un’esperienza negativa. Questo è controproducente in ogni caso, perché se lo stimolo era considerato positivo allora diventerà negativo, e se invece era già considerato negativo… la situazione può solo che peggiorare! Facciamo un esempio pratico: se ho un cane che tira al guinzaglio quando vede un altro cane con l’intento di socializzare e in quel momento l’imbragatura gli causa dolore, potrebbe in futuro ricordarsi la sensazione sgradevole e quindi reagire con aggressività o con timore alla vista di un cane. Viceversa il cane che tira al guinzaglio perché vuole attaccare un altro cane, sentendo dolore o fastidio, diventerà via via sempre più arrabbiato e aggressivo nei confronti di altri cani.
Questo discorso vale anche per i cani timorosi che tirano al guinzaglio per scappare da ciò che li spaventa. Sarà difficile superare la loro paura quando è associata al dolore. Ancor più difficile sarà renderli sereni e fiduciosi se sanno che la reazione per loro più istintiva, cioè la fuga, li porterà a sentire dolore. Anzi, la situazione potrebbe degenerare a tal punto da rendere il cane aggressivo, perché se cercare di fuggire non è una via praticabile allora potrebbe decidere di reagire attaccando.
Per questi cani esistono delle pettorine specifiche ideate per scongiurare il pericolo che possano sfilarsela nel tentativo di divincolarsi, si chiamano antifuga o antisfilamento e sono delle pettorine ad H con l’aggiunta di una cintura supplementare all’altezza del giro vita.
Le pettorine alla romana, dette anche ad H, permettono di gestire il cane in sicurezza senza troppo sforzo. Infatti avendo diversi punti di appoggio, il peso del cane viene scaricato in modo uniforme su tutta l’imbragatura consentendoci di trattenere il cane con facilità. Inoltre la bardatura coinvolge tutto il torace, quindi possiamo avere il controllo sulla metà del corpo del cane invece che solo sulla testa, sul collo, o sulle spalle.
L’aggancio anteriore andrebbe ad aumentare la pressione sulla parte bassa del collo andando ad ostacolare il passaggio dell’aria su una via respiratoria già collassata. Questo è generalmente utilizzato per contrastare il traino in avanti del cane e se utilizzato in modo routinario può modificare l’andatura del cane andando ad interferire coi movimenti delle spalle e per questo è da evitare soprattutto nei cani atleti o con patologie a carico dell’articolazione scapolomerale.
Tuttavia va tenuto a mente che lo strumento non deve insegnare, deve mettere il cane nella condizione di poter apprendere il vostro insegnamento! In questo modo otterrete risultati solidi e duraturi perché il cane avrà compreso che cosa gli chiedete di fare, non di che cosa deve aver timore.
Il collare a lunghezza fissa o la capezza se usati per portare il cane al guinzaglio possono risultare un metodo coercitivo, perché ogni volta che il guinzaglio va in tensione viene causato disagio al cane per l’impossibilità di muovere il collo o la testa; queste parti sono molto utilizzate per comunicare, osservare, raggiungere ciò che lo interessa. Inoltre, proprio per l’importanza che il collo e la testa rivestono nella comunicazione non verbale del cane, il rischio è di impedirgli di comunicare come vorrebbe e magari modificare i suoi movimenti a tal punto da rendere il suo messaggio travisabile agli occhi dell’interlocutore. Ciò potrebbe creare fraintendimenti tra cani, causando anche zuffe.
Nelle razze brachicefaliche e nella fattispecie nel carlino inoltre andrebbe sempre evitato il collare per evitare il rischio di esoftalmo per aumento della pressione intraoculare causata da questo. Per lo stesso motivo andrebbe sempre evitato in cani con patologie oftalmiche o a rischio glaucoma e con in cani ipotiroidei (<< Journal of the American Animal Hospital Association>>).
L’head halter o capezza presenta lo svantaggio di adattarsi spesso malamente alla conformazione del muso del cane che le utilizza con lo svantaggio di finire sugli occhi o di essere fonte di disagio per quest’ultimo che tenterà di grattarsi nel tentativo di levarsela. Inoltre se il cane corre avanti e lo si trattiene con forza o lo si trascina indietro l’impatto sulle prime cervicali è decisamente importante.
Per questo motivo devono essere utilizzate solo da esperti e dopo un adeguato training, sempre abbinati ad una pettorina ad H, come strumenti di sicurezza nel momenti critici, ad esempio per trattenere saldamente un cane di taglia grande (aggressivo o irruento) in occasione di improvvisi scatti in avanti.
Si sconsiglia l’utilizzo di guinzagli di tipo avvolgibile per diversi motivi: innanzitutto non sono strumenti sicuri, perché è impossibile accorciare il guinzaglio velocemente, soprattutto quando è in tensione. Inoltre se l’impugnatura dovesse scivolare dalle mani del conduttore il guinzaglio si riavvolgerà velocemente rischiando di colpire il cane.
Sono anche altamente diseducativi, infatti per allungare il guinzaglio è necessario che la corda vada in tensione, quindi il cane potrebbe non capire se può continuare a tirare per allontanarsi o se è arrivato alla fine del guinzaglio. In tale momento subisce un arresto improvviso quindi il guinzaglio andrà ad esercitare una pressione esagerata di strattonamento con il rischio di lesioni a prescindere dal tipo di strumento a cui è agganciato.
Ricordate sempre che la passeggiata deve essere un piacere sia per il cane che per il proprietario, dunque se l’equipaggiamento utilizzato non dove essere adatto e il cane dovesse sentire dolore, fastidio, senso di costrizione o frustrazione per la scarsa possibilità di movimento questo influirà sul suo stato d’animo rendendolo irrequieto e irritabile, andandone a compromettere il carattere, il comportamento e la sua reazione agli stimoli che lo circondano.
Nel 1992 lo studioso svedese Anders Hallgren ha pubblicato uno studio effettuato su 400 cani per valutare il legame tra problemi comportamentali e dorsopatie (patologie della schiena) e ricercarne possibili cause al fine di prevenirle.
I proprietari dei cani inclusi nello studio hanno compilato un questionario dove occorreva riportare informazioni relative allo stato di salute del cane e della presenza o meno di problemi ortopedici e se il cane aveva mai manifestato dolore o alterazioni dell’andatura. Inoltre si specificava l’ambiente in cui viveva il cane (appartamento o giardino) e si riportavano le abitudini del cane quali: uso del collare a strozzo, frequente utilizzo delle scale, strattonamento col collare, traumi violenti, ecc… Una parte del questionario era invece destinata alla valutazione clinica del chiropratico. E’ quindi emerso che in più del 63% dei cani esaminati erano presenti problemi al collo o alla schiena. Tra questi cani il 45 % non mostrava problemi comportamentali, mentre il 42% si mostrava reattivo ed aggressivo e il 13% schivo e timoroso. Viceversa è emerso che nel 79% dei cani con problemi di aggressività era presente un dolore cervicale o alla colonna mentre il 21% non appariva sofferente. Inoltre si è riportato che nei cani giovani l’83% dei soggetti con patologie articolari soffriva anche di mal di schiena. Questo succede perché ogni qualvolta si verifica una zoppia, la ridistribuzione del peso per non gravare sull’arto addolorato porta ad una compensazione posturale con ripercussioni sulla biomeccanica della colonna e aumento del rischio di problemi articolari futuri a carico di altre articolazioni non primariamente coinvolte. Infine dallo studio è emersa evidente l’associazione tra l’uso del collare e frequenza di strattonamento con problemi cervicali: il 90% dei cani con problemi cervicali utilizzava il collare ed era noto per problemi di condotta. E’ opportuno però evidenziare che non tutti i cani che indossano un collare riportano problemi cervicali, in questo studio i cani senza cervicopatie sono risultati il 78%. Questo sta a sottolineare che non basta la presenza di uno strumento ad aumentare il rischio di lesioni ma occorrono anche altri fattori come ad esempio le pressioni improvvise nel tirare in avanti e gli strattoni. Da questo studio possiamo riflettere pertanto sull’importanza della presenza di pregressi problemi articolari o della schiena nella scelta del tipo di equipaggiamento che utilizziamo a spasso con il cane. Sarebbe quindi utile effettuare un attento esame chiropratico (in associazione o meno ad un esame ortopedico in base alla gravità della situazione) per poter capire in che modo evitare che si sviluppino nel tempo problemi legati a pressioni troppo elevate o in punti sensibili che alterano la biomeccanica del cane e la sua mobilità articolare.