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La fisiatria in medicina veterinaria

8, Apr, 2020 | Arena Veterinaria

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Oggi parliamo di fisiatria in medicina veterinaria con la Dott.ssa Annalisa Ferri medico veterinario fisiatra. Proprio oggi infatti ricorre un anniversario importante, 4 anni fa l’ambulatorio fisioterapico “Zampe, Amore e Fisioterapia” di Tavazzano con Villavesco (LO) da lei diretto e di proprietà di Michela Cesana apriva i battenti. Da allora tantissimi pazienti canini (ma non solo) hanno potuto giovare delle cure della Dott.ssa Ferri e numerosi colleghi ortopedici e neurologi hanno trovato un punto di riferimento per la fisiatria in medicina veterinaria a Lodi.

Ho voluto perciò intervistare l’amica e collega Ferri per far capire ad altri colleghi e ai proprietari dei nostri pazienti a quattro zampe quale passione e preparazione risiede dietro un veterinario fisiatra.

Buongiorno Annalisa, grazie per condividere la tua esperienza di fisiatria in medicina veterinaria! Dove hai studiato e dove è nato il tuo interesse per la fisiatria?

La fisiatria in medicina veterinaria

La Dott.ssa Annalisa Ferri medico veterinario fisiatra in una sessione di fisioterapia di un paziente canino con stimolazione propriocettiva

 

La mia è una lunga storia… ho sempre voluto fare il medico veterinario, ma poi la vita è imprevedibile e mi sono trovate a fare la Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie delle Produzioni Animali. Avendo finito gli esami già nell’estate del 5° anno, con altri 3 compagni di corso e su spinta dei nostri relatori della tesi, viene chiesta una sessione di laurea straordinaria a luglio per permetterci di accedere al test di veterinaria. Passo il test e vengo iscritta al 2° anno di medicina Veterinaria a Milano, con qualche esame da recuperare (avendo frequentato l’altro corso di laurea in un altro ateneo). Mi laureo nel 2009, ma nel frattempo stavo già lavorando da 3 anni nel settore alimentare (grazie all’altra laurea). Forse la maturità legata all’età mi porta a ribaltare ciò che desideravo fare fin da piccola, cioè il veterinario “di base”; volevo fare qualcosa che non fosse molto diffuso, occuparmi di riabilitazione. Durante gli studi di veterinaria, mi avevano affascinato gli studi di ortopedia, ma avevano un tratto troppo interventista e io non mi sentivo un chirurgo, e ancora di più la neurologia. La fisiatria in medicina veterinaria combina entrambe le cose!

Ho cercato per un paio d’anni qualcuno che si occupasse della materia e ho trovato un corso base di fisioterapia del cane a Cremona, seguito a distanza di un anno da un corso avanzato; ho conosciuto colleghi che avevano studiato all’estero con cui ho condiviso dei periodi e grazie ai quali ho potuto approfondire la materia. Piano piano le cose si sono evolute e ho lasciato definitivamente il lavoro nel settore alimentare e sono direttore sanitario del centro “Zampe, Amore e Fisioterapia”.

 

Che differenza c’è tra fisiatria, fisioterapia, medicina sportiva ed ortopedia?

La fisiatria in medicina veterinaria

La Dott.ssa Annalisa Ferri durante una sessione di idroterapia mediante underwater treadmill (tapis roulant in acqua)

 

La fisiatria è quella branca della medicina veterinaria (materia abbastanza recente nel nostro campo) che si occupa di riabilitazione:  più in particolare nei postumi e negli esiti delle malattie traumatologiche, ortopediche e neurologiche. Il fisiatra si occupa della diagnosi della patologia valutando tutto l’organismo essendo “meno settoriale” dell’ortopedia, faccio un esempio: se un cane ha una zoppia di un posteriore, spesso l’ortopedico, valuta solo quel distretto, mentre il fisiatra valuta anche aspetti di tipo posturale che la zoppia (dove comunque è pacifico che ci sia il problema e che rimane di competenza dell’ortopedico). Si lavora in tandem.

La fisioterapia, da definizione, raggruppa tutte quelle metodiche manuali (manipolazioni, massaggi, ecc.) e strumentali (laser, tecar, ultrasuoni, ecc.) che vengono utilizzate in riabilitazione. In umana esistono due figure distinte: il medico fisiatra che si occupa della diagnosi, della definizione del piano terapeutico e del monitoraggio dello stesso e il fisioterapista che ha le competenze per applicare il piano terapeutico. In veterinaria tutto ciò converge nella figura del medico veterinario: tanto per intenderci, il fisioterapista umano non può fare riabilitazione ad un animale.

La medicina sportiva è un insieme di competenze di tipo fisiatrico, ortopedico, neurologico, di nutrizione; insomma, un’altra materia nuova e multidisciplinare (spesso si lavora in team con altri colleghi non necessariamente nella stessa struttura).

Ti occupi solo di cani sportivi?

La fisiatria in medicina veterinaria

La Dott.ssa Annalisa Ferri durante un trattamento con tecar (tecnica fisioterapica strumentale)

No, non mi occupo solo di cani sportivi, ma anche di cuccioli per prevenire le patologie dell’accrescimento, di cani anziani per gestire al meglio l’invecchiamento, di cani che hanno subito un trauma (ortopedico, ad esempio, la rottura di un crociato o neurologico, ad esempio, un’ernia discale) e di cani in sovrappeso.

Come gestire l’invecchiamento dei nostri pet al meglio con la fisioterapia?

L’invecchiamento è una fase della vita del cane che negli ultimi tempi si è molto allungata; si diceva che un cane di taglia medio grande vivesse fino a 12/13 anni. Sempre di più vedo arzilli Labrador arrivare a 15/16 anni, tuttavia colleghi esperti in materia (medicina interna e comportamentale) asseriscono che, anche se l’età media si è allungata, si considera ancora l’inizio di questa fase attorno agli 8 anni. Da questo punto in poi è meglio farsi accompagnare da un professionista (soprattutto un esperto di fisiatria in medicina veterinaria) che in base allo stato fisico del cane, le sue attitudini e la razza ci può consigliare su come meglio gestire l’invecchiamento. Sicuramente un cane va tenuto in attività, ma sempre con un occhio a quelli che possono essere eventuali segnali di stanchezza (tutto molto soggettivo, pensiamo all’uomo: ci sono persone di 50 anni che fanno fatica a fare una rampa di scale e altri di 80 che fanno la maratona). Fermarli solo perché sono anziani può far più male che bene. Un’altra cosa che si può fare è imparare dei tricks per tenere allenata la mente, perché come i nostri nonni possono avere una diminuzione delle capacità cognitive (e non possono fare le parole crociate). Per la gestione di questo periodo della vita esistono poi tutta una serie di prodotti integratori che possono aiutare, ma sono cose da valutare col proprio veterinario.

Quali sono state le esperienze più significative nella tua pratica?

La fisiatria in medicina veterinaria

La Dott.ssa Annalisa Ferri durante una sessione di idroterapia con Tito, il dolcissimo cane anziano a cui la fisioterapia ha migliorato la qualità di vita

Ho un episodio che mi sta particolarmente a cuore: Tito, un meticcione molto anziano che cominciava a dare segni di disorientamento nello spazio, abbaiava di notte, riconosceva a fatica i componenti della famiglia. La sua proprietaria decide di portarlo da me a fare idroterapia per migliorare la condizione motoria: dopo poche vasche, uscendo nel giardino della clinica a fare i bisogni cerca la proprietaria, le fa “un invito al gioco” e comincia a correre tra gli alberi (schivandoli, soprattutto) e continuando a mantenere un contatto visivo. Ci siamo commossi tutti: non solo era migliorato l’aspetto motorio, ma anche l’aspetto psico – cognitivo ne aveva tratto giovamento.

Sono, comunque, tanti i pazienti a cui sono legata, ogni passo avanti, ogni centimetro guadagnato è una vittoria. Non sono tutte storie con un finale perfetto, qualche neurologico è finito lo stesso su un carrello, ma anche i proprietari concordano con me nel dire, ci abbiamo comunque provato.

Perché è importante rivolgersi ad un professionista?

Partiamo da un esempio pratico: chiamereste mai un elettricista per farvi riparare un rubinetto che perde? Ecco, ad ognuno il suo mestiere. Un professionista ha investito denaro, tempo ed impegno per raggiungere le sue competenze. Purtroppo, negli ultimi anni nel nostro settore si sono “infilate” figure professionali di dubbia origine (“ ho fatto un corso e posso manipolare i cani”, “sono fisioterapista umano e se so farlo sull’uomo perché non posso farlo ad un animale?”…). Altra cosa, non di poco conto, un veterinario possiede un’assicurazione professionale: troppe volte ho avuto casi di cani sportivi “manipolati” da sedicenti osteopati che hanno provocato dei danni. Nel momento in cui poi si riceve una diagnosi di un trauma che porta al fermo della carriera sportiva, nella migliore delle ipotesi, o ad un problema permanente, mi sono sentita dire “chi mi paga il danno?”; in questo caso nessuno!

Grazie Annalisa per il tuo tempo ma soprattutto per il tuo impegno professionale e per averci condotto nel magico mondo della fisiatria in medicina veterinaria!

La fisiatria in medicina vete

La Dott.ssa Annalisa Ferri esegue un trattamento manuale cervicale