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Parliamo di fiori di Bach con Gianluca Benuzzi

30, Mag, 2018 | Eventi importanti

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Lo scorso 30 maggio ho avuto il piacere di introdurre un’interessantissima serata sui fiori di Bach per animali diretta da Gianluca Benuzzi. Gianluca Benuzzi è un laureando in medicina veterinaria all’Università degli Studi di Bologna che nell’ultimo paio di anni si è dedicato allo studio e all’applicazione della floriterapia. Egli infatti ha avuto modo di seguire a lungo una delle maggiori esperte italiane di fiori di Bach in medicina veterinaria ovvero la Dottoressa Laura Cutullo.

Nonostante Gianluca abbia dimostrato una grande passione per i fiori di Bach fin dal primo momento in cui si è avvicinato alla floriterapia, è stato in seguito ad alcuni applicazioni pratiche che è rimasto stupito del loro grande potere nell’aiutare i nostri amici a quattro zampe.

Nel corso della serata ha raccontato di innumerevoli casi di animali aiutati dai fiori di Bach nell’affrontare le più diverse situazioni. Tra questi il caso di un cagnolone terminale ricoverato nella clinica di Brescia dove lui seguiva un tirocinio. Gianluca lo aveva portato a casa per il weekend per continuare ad assisterlo nell’attesa che tornasse la sua proprietaria all’estero. Era ormai vicino il triste epilogo ma la somministrazione del Rescue Remedy (uno dei rimedi floreali di Bach) gli ha permesso di riprendersi per quel tempo necessario ad essere riabbracciato dalla sua proprietaria che ha quindi avuto la possibilità di trascorrere ancora del tempo insieme.

Poi Gianluca ha raccontato di un gatto di una colonia estremamente aggressivo che non si faceva avvicinare da nessuno ma che con l’assunzione dei fiori di Bach ha superato le sue paure ed è riuscito ad adattarsi con successo alla nuova vita in famiglia tanto da diventare un docile e amorevole compagno di vita. Infine innumerevoli casi di cavalli influenzati notevolmente da intensi stati di paura ed ansia trattati da Gianluca che hanno potuto recuperare la serenità.

Con questi ed altri esempi Gianluca ha spiegato come vi sia una stretta correlazione tra stato fisico ed emotivo e che spesso la malattia origina o è aiutata a svilupparsi da un conflitto interiore.

Quest’ultimo porta ad emozioni negative che generano tensioni che si scaricano sul corpo. D’altra parte ogni volta che si cura una malattia con le terapie tradizionali si possono avere recuperi veloci e positivi agendo anche sull’aspetto emotivo e quindi aiutando la psiche a sostenere il corpo nel processo di guarigione.

Quest’ultima coincide con la risoluzione di tale conflitto e quindi la trasformazione dell’emozione negativa in positiva (ad esempio la paura può trasformarsi in coraggio).

Di conseguenza a prescindere da una causa prettamente emozionale come ad esempio nelle malattie psicosomatiche, aiutare e sostenere il mondo emotivo nostro o dei nostri pazienti rappresenta una strategia vincente nel percorso di guarigione da qualsiasi patologia.

Per ben comprendere il legame tra le emozioni e il comportamento animale Gianluca ha ricordato la “dichiarazione di Cambridge sulla coscienza animale” del 7 luglio 2012. Si tratta di una dichiarazione siglata da un gruppo di scienziati tra cui Stephen Hawking la quale afferma che gli animali sono coscienti e consapevoli allo stesso modo degli esseri umani.

Sebbene gli animali non umani non possiedano la neocorteccia mostrano comportamenti intenzionali e stati affettivi.

Questo è possibile in quanto la neocorteccia non è l’unico substrato neurologico a generare la coscienza.

Esistono infatti reti neurali subcorticali che vengono stimolate durante gli stati affettivi e generano comportamenti emotivi già sperimentati.

Se queste aree subcorticali vengono stimolate artificialmente viene promosso un comportamento corrispondente allo stato emotivo. I sistemi connessi con l’affetto sono concentrati nelle regioni subcorticali dove abbondano omologie neurali. I giovani animali umani e non umani senza neocorteccia conservano queste funzioni cervello-mente. (www.coscienza.org)

Quello che si fa nello scegliere il tipo di fiore da somministrare al paziente è analizzare un comportamento come espressione di un disagio interiore.

Tuttavia questo procedimento si realizza  una volta occupatosi delle sue cause organiche ovviamente (ad esempio un animale apatico o svogliato potrebbe essere afflitto da uno stato doloroso fisico che non va mai trascurato per cui occorre sempre la consulenza del proprio veterinario curante; un altro esempio può essere il gatto che urina al di fuori della cassetta dove magari il comportamento deriva dal dolore e dal disagio fisico oltre che emotivo per una cistite o un problema alle vie urinarie).

L’obiettivo è sempre quello di impedire lo sviluppo di una malattia profonda, facilitare la guarigione e garantire una convivenza serena con il nostro compagno a quattro zampe, promuovendo uno stato di salute e benessere psicofisici. Il primo step è individuare perciò lo squilibrio presente e trattare quello per poi seguire l’evoluzione del comportamento a cui corrisponderà il fiore o i fiori più appropriati.

Per quanto riguarda la preparazione dei fiori, si possono fare dei composti aggiungendo 2 gocce di ciascun’essenza floreale (tranne per il Rescue Remedy di cui ne servono 4) dalla boccetta madre in 30 ml di acqua a cui non serve aggiungere alcuna sostanza alcolica per la conservazione altrimenti è da preferirsi l’aceto di mele al brandy per i nostri animali se si desidera conservare il preparato per lunghi periodi.

La soluzione può essere somministrata secondo il metodo classico ovvero 4 gocce 4 volte al dì oppure si possono mescolare al cibo o inserire nell’acqua secondo le abitudini dei nostri animali. In casi di emergenza si possono persino mettere sul pelo oppure vaporizzare nell’ambiente.

Infine è bene ricordarsi come gli animali che fanno parte della nostra famiglia risentano delle dinamiche emotive dell’ambiente familiare e a volte empaticamente condividano i conflitti con i propri umani di riferimento. Per questo motivo a volte si avverte la necessità di trovare entrambi aiuto nei fiori di Bach!